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RADICO: radici contadine

Eventi

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Radici Contadine

Partendo da alcune collezioni di oggetti del lavoro e del pensiero contadino del nostro territorio, costruiremo una rete di nodi che racconteranno, approfondendola, la storia degli uomini che con quei manufatti hanno plasmato il nostro paesaggio, hanno coltivato il nostro cibo, hanno fondato la nostra cultura.

Guardando la nostra campagna si vede un filare d'uva, una casa, un fiume, pagliai, orti, pollai, olivi. Centinaia d'anni e migliaia di braccia hanno costruito quel paesaggio, secondo una intelligenza collettiva e sociale, che ha tenuto conto dell'esigenza umana in rapporto e relazione col territorio, che quegli uomini doveva sfamare. La stessa storia è in un pezzo di pane toscano, ma non si vede: si sente. Migliaia di cucine e cuori e selezioni di grano e lieviti l'hanno prodotto. Mangiando il nostro territorio impariamo molte cose su di esso, e ne diveniamo custodi.

Guardiamo il mondo come se aprissimo un album di foto, ma quello che vediamo, che viviamo, è la necessaria eredità di chi ci ha preceduto. In campagna, dove tutta la famiglia dai vecchi ai bambini contribuiva a lavorare la terra, a quaranta anni si abitava ancora dove si era nati e si poteva dire «quella pietra che tiene la terra di quello scalino di quell'argine di quel fiume l'ho messa io trenta anni fa» e cЃfera una coscienza silenziosa e chiara di cosa lЃfaccumulo del lavoro condiviso, pietra su pietra, anno su anno, può generare. Si condivide un terreno anche quando si succede a chi lavorava prima di noi.

I valori più profondi della civiltà contadina, che per lungo tempo hanno caratterizzato lЃfItalia ed il nostro territorio, costituiscono uno stimolo per il suo rilancio culturale in grado di integrare la coscienza ecologica e la conoscenza scientifica con il rispetto per lЃfambiente, il paesaggio e il lavoro.

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L'esposizione del Museo Radico si articola in sezioni.

Lavorare la terra, con la collezione di attrezzi che occorrono per semina, raccolta, conservazione, pesatura, trasporto.

In Pescatori di fiume sono in mostra le reti, i bettibelli, le nasse, il giacchio, insieme alle Piante spontanee del Serchio autoctone del Serchio.

La vite ed il vino è la sezione che raccoglie tutte le attrezzature che raccontano la storia dell'uva, della vite e del vino del nostro territorio.

Tori, cavalli e muli è la parte dedicata mentre agli animali da lavoro.

Grano antico toscano è infine la collezione di spighe e di granella che ora raccoglie tutto il germoplasma del grano toscano.

Un'ulteriore sezione è dedicata ai Cappelli di Paglia, la cui produzione ha costituito una grande innovazione nell'agricoltura toscana dell'800. In mostra la storia del cappello di paglia nel pisano e nel fiorentino.

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Terre di Parola

“Terre di Parola” si articola in diverse azioni collocate in tre aree di progetto con lo scopo di recuperare e valorizzare i dialetti toscani nella loro dimensione popolare, teatrale, comunicativa, poetica e culturale.

Nel linguaggio popolare e quotidiano, l'uso del dialetto rafforza la comunicazione con modi e suoni caratteristici, utili a configurare l'appartenenza di gruppo di chi parla, l'identità territoriale, il portato emotivo e quindi l'efficacia.

La nostra epoca, dopo decenni di comunicazione visiva, torna ad occuparsi della lingua, del testo. La parola torna protagonista della comunicazione. Da dove vengono le parole che usiamo? Possiamo costruire una mostra museale sulle parole, il loro uso, le frasi ed i contesti? Possiamo raccogliere i suoni e le parole degli ultimi testimoni di una lingua che sembra ormai remota?

Le nuove tecnologie sono in grado di capire i suoni e di trasformarli in parole; di elaborare i testi, estrarne il significato, recuperare delle risposte congruenti ed offrirle con voce naturale. I chatbot sono strumenti informatici che grazie all'uso di queste tecnologie costituiscono la nuova frontiera delle interfacce conversazionali destinate ad evolvere la relazione uomo-uomo mediata dal computer, nella relazione uomo-macchina.

LA MOSTRA SUI DIALETTI Una mostra interattiva, costituita da cartelloni con interfaccia conversazionale, multimediale, video/parlanti, e che ha lo scopo di mostrare cosa è il dialetto, anzi i dialetti toscani, nella dimensione dei territori, delle identità di luogo e di "tribù", nella descrizione degli oggetti quotidiani, degli strumenti da lavoro agricolo, dei riti piccoli e grandi dei gruppi sociali. Cercando anche di spiegare cosa è la ricerca sul tema e di illustrala e di darne lustro agli occhi, ed alle orecchie, del pubblico turistico e del territorio.

LO SPETTACOLO TEATRALE Un secondo modulo prevede la mise-en-espace dei contesti parlati e "agiti" essendo il dialetto anche corporale, fatto di gesti collegati alle parole. Scene e dialoghi consentono di coglierne la vera dimensione umana, la forza comunicativa, la dimensione esperienziale. Si tratta di lezioni-spettacolo indispensabili per mostrare, a chi non ha mai vissuto una chiacchierata dialettale, la forza del dialetto.

IL RACCATTAPAROLE E' il cuore tecnologico del nostro progetto. E' costituito da un cartellone parlante di due metri per uno dotato di monitor e di sistema vocale e cognitivo per conversare col visitatore. E' corredato da device portatili audio-parlanti, che, in grado di riconoscere la posizione del visitatore del Museo, sanno rispondere alle domande del visitatore e conversare con lui e sono in grado di esplorare, e di utilizzare, i dialetti toscani.

Il sistema avrà un preaddestramento fatto dai nostri operatori.

Successivamente l'addestramento continuerà conversando direttamente con i portatori di dialetto presenti nei territori. Gli anziani potranno cioè raccontare i loro ricordi, che verranno automaticamente classificati secondo metodi di ricerca linguistica sul campo, e renderli quindi disponibili alla rete dei RACCATTAPAROLE .

scarica il progetto Terre di Parola

Foto storiche


Archeologia del paesaggio agrario
Disegni tratti da una tavola del "Dizionario di agricoltura " del Gera
Esempi di lavorazioni e sistemazioni a rittochino (A); a cavalcapoggio (B); a superficie unita (C); divisa in ciglioni (D)(Vol. III p.13).

Exibitions


Lavorare la terra Una collezione di attrezzi che illustrano la terra, il sudore, la raccolta, la conservazione, la pesatura, il cibo

Grano antico toscano Una collezione di spighe e di granella che raccoglie tutto il germoplasma del grano toscano. Con la cortese colleaborazione di Lisetta Ghiselli della Università di Firenze

I pescatori di fiume Dalle reti, ai bettibelli, alle nasse, al giacchio, alle piante autoctone del Serchio, una collezione che illustra la pesca di fiume

La vite ed il vino Tutte le attrezzature che portano la storia dell'uva, della vite e del vino del nostro territorio

Cavalli e muli Dai gioghi alle selle, la forza viva che sosteneva il lavor contadino con gli animali da lavoro

Le piante che non si mangiano La coltivazione della canapa, l'utilizzo delle piante spontanee per gli usi quotidiani. In un ecosistema in equilibrio con la natura

Le piante spontanee del Serchio Il fiume produce molti strumenti utili, sia per l'utilizzo alimentare che per il miglioramento della vita in genere. Dalla fitodepurazione alle piante da intreccio.

I cappelli di paglia La produzione dei cappelli di paglia costituisce una grande innovazione nell'agricoltura toscana dell'800.In mostra la storia del cappello di paglia nel pisano e nel fiorentino.

Laboratories & Learning


I bambini, gli orti, il cibo Un serie di laboratori dedicati ai bambini per insegnargli le origini del cibo ed il rapporto con la Terra.

Piatti tipici toscani Laboratori di degustazione e di cucina dei piatti tipici toscani, dal vino al formaggio, dall'olio al pane, dai dolci alla carne.

Storia del cibo pisano Laboratori storici sull'uso del territorio e sulle produzioni locali dagli anni 20 del '900 ad oggi.

Il grano antico toscano Dodici varietà del germoplasma del grano toscano

Videos


Aratura arcaica effettuata con due tori ed un antico aratro di legno

Alcune sequenze del docufilm 'Un seme, un ambiente'

Il lancio a Bocca di Serchio ad opera del maestro del Giacchio Giorgio

Sequenze tratte dal film 'Il pane dei poveri'
 
Privo di barriere architettoniche

Museo RADICO via A. De Gasperi,3 Rigoli, San Giuliano Terme, Pisa

Collegamenti:
Strada: 5 km da Pisa, 2 km. Da San Giuliano Terme, 5 km. Dalla Torre Pendente.
Autobus: "Vaibus"    linea Pisa-Lucca via Ripafratta, fermata Rigoli orario
Treno: regionale Pisa-Lucca, stazione Rigoli. orari su trenitalia.com da e per Rigoli

Ingresso:
Biglietti:
Adulti: €3
Bambini fino a 8 anni: €1
gratuito per i soci: diventare socio conviene
Gruppi e scolaresche: prenotazione obbligaria.
In occasione di mostre temporanee il costo del biglietto può subire variazioni.

Giorni ed orari di apertura:
Dal giovedì al sabato, dalle 11:00 alle 18:00 (ultimo ingresso alle 17)
Comitive, gruppi, scolaresche: solo su prenotazione, sempre disponibile

Prenotazioni e contatti: Giuliano Meini cell.: 3463912740 info@radico.it PRENOTA ORA
MUSEO RADICO Pescatori è un progetto di Ortipisani Onlus Giuliano Meini 3463912740 g.meini@radico.it
Archeologia del paesaggio agrario
foto Archeologia del paesaggio agrario
Disegni tratti da una tavola del "Dizionario di agricoltura " del Gera
Esempi di lavorazioni e sistemazioni a rittochino (A); a cavalcapoggio (B); a superficie unita (C); divisa in ciglioni (D)(Vol. III p.13).
 
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Museo Radico
Il Museo e' temporaneamente chiuso per allestimento.
14 febbraio, ore 18: presentazione del progetto " Terre di Parole " Data l'accoglienza di massimo 24 persone è necessaria la prenotazione.
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Giuliano Meini: g.meini@radico.it cell: 3463912740