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“Terre di Parola”
si articola in diverse azioni collocate in tre aree di progetto con lo scopo di
recuperare e valorizzare i dialetti toscani nella loro dimensione popolare, teatrale,
comunicativa, poetica e culturale.
Nel linguaggio popolare e quotidiano, l'uso del dialetto rafforza la comunicazione con
modi e suoni caratteristici, utili a configurare l'appartenenza di gruppo di chi parla,
l'identità territoriale, il portato emotivo e quindi l'efficacia.
La nostra epoca, dopo decenni di comunicazione visiva, torna ad occuparsi della lingua,
del testo. La parola torna protagonista della comunicazione. Da dove vengono le parole che
usiamo? Possiamo costruire una mostra museale sulle parole, il loro uso, le frasi ed i
contesti? Possiamo raccogliere i suoni e le parole degli ultimi testimoni di una lingua
che sembra ormai remota?
Le nuove tecnologie sono in grado di capire i suoni e di trasformarli in parole; di
elaborare i testi, estrarne il significato, recuperare delle risposte congruenti ed
offrirle con voce naturale. I
chatbot
sono strumenti informatici che grazie all'uso di queste tecnologie costituiscono la
nuova frontiera delle interfacce
conversazionali
destinate ad evolvere la relazione uomo-uomo mediata dal computer, nella relazione
uomo-macchina.
LA MOSTRA SUI DIALETTI
Una mostra interattiva, costituita da cartelloni con interfaccia conversazionale,
multimediale, video/parlanti, e che ha lo scopo di mostrare cosa è il dialetto, anzi i
dialetti toscani, nella dimensione dei territori, delle identità di luogo e di "tribù",
nella descrizione degli oggetti quotidiani, degli strumenti da lavoro agricolo, dei riti
piccoli e grandi dei gruppi sociali. Cercando anche di spiegare cosa è la ricerca sul tema
e di illustrala e di darne lustro agli occhi, ed alle orecchie, del pubblico turistico e
del territorio.
LO SPETTACOLO TEATRALE
Un secondo modulo prevede la
mise-en-espace
dei contesti parlati e "agiti" essendo il dialetto anche corporale, fatto di gesti
collegati alle parole. Scene e dialoghi consentono di coglierne la vera dimensione umana,
la forza comunicativa, la dimensione esperienziale. Si tratta di lezioni-spettacolo
indispensabili per mostrare, a chi non ha mai vissuto una chiacchierata dialettale, la
forza del dialetto.
IL RACCATTAPAROLE
E' il cuore tecnologico del nostro progetto. E' costituito da un cartellone
parlante
di due metri per uno dotato di monitor e di sistema vocale e cognitivo per conversare col
visitatore. E' corredato da
device
portatili audio-parlanti, che, in grado di riconoscere la posizione del visitatore del
Museo, sanno rispondere alle domande del visitatore
e conversare
con lui e sono in grado di esplorare, e di utilizzare, i dialetti toscani.
Il sistema avrà un preaddestramento fatto dai nostri operatori.
Successivamente l'addestramento continuerà conversando direttamente con i portatori di
dialetto presenti nei territori. Gli anziani potranno cioè raccontare i loro ricordi, che
verranno automaticamente classificati secondo metodi di ricerca linguistica sul campo, e
renderli quindi disponibili alla rete dei
RACCATTAPAROLE
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